Sono le ore 17.30
di domenica 21 febbraio 2010. Sto ascoltando la trasmissione condotta da Pippo
Baudo su RAI 1 . Un giornalista presente ha detto: lo sai che i papaveri sono
alti, alti, alti e tu sei paperina, che cosa ci vuoi far? Era chiaramente un riferimento ai vincitori
delle canzoni di San Remo, ma mi ha fatto venire in mente una battuta, un po’
sconcia, ma ancora valida. Ve la dico in dialetto perché mi vergogno un po’:
“cun di quatrein e dl’amicizia as dà in dal cul a la giustizia”. E poi vi
voglio raccontare un episodio della mia vita da suonatore, quando dirigevo una
piccola orchestrina a Migliarina di Carpi.
Un mio carissimo
amico, Severino Ruini, compilando il censimento delle serate danzanti nella
sala da ballo di Migliarina, vi aggiunse tre serate danzanti che si erano
svolte a Budrione nella ricorrenza del fierino e spedì il tutto alla direzione
dei diritti d’autore a Roma. Qui risultò che in realtà le serate denunciate a
Migliarina erano una al mese e non quattro come dichiarava il Ruini e quelle a
Budrione non risultavano affatto. Era evidente che qualcuno intascava i soldi
dei diritti d’autore e dichiarava il falso, ma da Roma non furono presi
provvedimenti. Avvertirono il direttore
dei diritti d’autore di Reggio Emilia, il sig. Miselli di Carpi, invitandolo a
sanare la situazione. Il Miselli, per
cercare di mettere tutto a tacere, sequestrò il Ruini, con la complicità di
alcuni squadristi fascisti. Lo caricarono in macchina e gli dissero che non
sarebbe uscito vivo da lì se non avesse dichiarato che il verbale spedito era
falso. Lo stesso trattamento fu inflitto al direttore dell’orchestra di
Budrione. Egli, padre di tre figli, fu costretto a dichiarare il falso. Alla
fine arrivarono anche da me, che allora lavoravo in un caseificio a Fossoli con
mio fratello Sergio. Io però ero giovane, senza obblighi famigliari, non mi
lasciai intimorire e dissi subito che non avrei fatto nessuna falsa
dichiarazione. In seguito nel 1937, quando io già lavoravo con mio padre nel
caseificio di migliarina, arrivò una macchina da Roma con tanto di autista in
livrea. Ne uscì Nando Miselli e la cosa destò un notevole scalpore. Mi chiese
se ero disposto a confermare la denuncia fatta a suo tempo dal Ruini. Io a quel
punto firmai, trattandosi di confermare una cosa vera, ma non ho più saputo
come la cosa sia andata a finire. Probabilmente si trattò semplicemente di una
resa dei conti all’interno della direzione di quel potentato.
Ma la cosa che più
mi ha amareggiato è successa dopo la liberazione. Io che avevo rappresentato il
partito comunista nel Comitato di Liberazione di Carpi dovetti presentare la
richiesta di iscrizione ad un comitato di garanti, ma poi scoprii che anche
Nando Miselli l’aveva ottenuta. Non
lasciai passare la cosa sotto silenzio e feci presente al segretario del
partito i misfatti da galera di cui si era reso responsabile il Miselli. Ma i
papaveri….. Miselli era un bravo vignettista ed era il benvenuto ed io una
pezza da piedi di poco conto. Ed il mondo ha continuato così con i furbetti del
quartierino che continuano a fare la loro musica.
Leone Sacchi Bologna
23-02-2010
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