giovedì 9 gennaio 2014

Lo sai che i papaveri sono alti, alti, alti…


   Sono le ore 17.30 di domenica 21 febbraio 2010. Sto ascoltando la trasmissione condotta da Pippo Baudo su RAI 1 . Un giornalista presente ha detto: lo sai che i papaveri sono alti, alti, alti e tu sei paperina, che cosa ci vuoi far?  Era chiaramente un riferimento ai vincitori delle canzoni di San Remo, ma mi ha fatto venire in mente una battuta, un po’ sconcia, ma ancora valida. Ve la dico in dialetto perché mi vergogno un po’: “cun di quatrein e dl’amicizia as dà in dal cul a la giustizia”. E poi vi voglio raccontare un episodio della mia vita da suonatore, quando dirigevo una piccola orchestrina a Migliarina di Carpi.
   Un mio carissimo amico, Severino Ruini, compilando il censimento delle serate danzanti nella sala da ballo di Migliarina, vi aggiunse tre serate danzanti che si erano svolte a Budrione nella ricorrenza del fierino e spedì il tutto alla direzione dei diritti d’autore a Roma. Qui risultò che in realtà le serate denunciate a Migliarina erano una al mese e non quattro come dichiarava il Ruini e quelle a Budrione non risultavano affatto. Era evidente che qualcuno intascava i soldi dei diritti d’autore e dichiarava il falso, ma da Roma non furono presi provvedimenti.  Avvertirono il direttore dei diritti d’autore di Reggio Emilia, il sig. Miselli di Carpi, invitandolo a sanare la situazione.  Il Miselli, per cercare di mettere tutto a tacere, sequestrò il Ruini, con la complicità di alcuni squadristi fascisti. Lo caricarono in macchina e gli dissero che non sarebbe uscito vivo da lì se non avesse dichiarato che il verbale spedito era falso. Lo stesso trattamento fu inflitto al direttore dell’orchestra di Budrione. Egli, padre di tre figli, fu costretto a dichiarare il falso. Alla fine arrivarono anche da me, che allora lavoravo in un caseificio a Fossoli con mio fratello Sergio. Io però ero giovane, senza obblighi famigliari, non mi lasciai intimorire e dissi subito che non avrei fatto nessuna falsa dichiarazione. In seguito nel 1937, quando io già lavoravo con mio padre nel caseificio di migliarina, arrivò una macchina da Roma con tanto di autista in livrea. Ne uscì Nando Miselli e la cosa destò un notevole scalpore. Mi chiese se ero disposto a confermare la denuncia fatta a suo tempo dal Ruini. Io a quel punto firmai, trattandosi di confermare una cosa vera, ma non ho più saputo come la cosa sia andata a finire. Probabilmente si trattò semplicemente di una resa dei conti all’interno della direzione di quel potentato.
   Ma la cosa che più mi ha amareggiato è successa dopo la liberazione. Io che avevo rappresentato il partito comunista nel Comitato di Liberazione di Carpi dovetti presentare la richiesta di iscrizione ad un comitato di garanti, ma poi scoprii che anche Nando Miselli l’aveva ottenuta.  Non lasciai passare la cosa sotto silenzio e feci presente al segretario del partito i misfatti da galera di cui si era reso responsabile il Miselli. Ma i papaveri….. Miselli era un bravo vignettista ed era il benvenuto ed io una pezza da piedi di poco conto. Ed il mondo ha continuato così con i furbetti del quartierino che continuano a fare la loro musica.


Leone Sacchi                              Bologna 23-02-2010  

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