Se
tornassero al mondo i nostri progenitori di qualche generazione fa, quando non
c’erano ancora neppure le biciclette, chissà cosa penserebbero di questo mondo
così pieno di tecnologia!
Andando indietro con la memoria penso
soltanto allo sconvolgimento prodotto dalla cinematografia, quando comparvero i
primi film muti con le scritte che illustravano il tema del dramma
rappresentato.
Negli anni intorno al 1925, a Migliarina, dove io
abitavo, c’era un padiglione, posto su un piccolo appezzamento di terreno, che
serviva da sala da ballo e per qualche spettacolo di burattini. Mio padre
allora mi accompagnava a vedere qualche spettacolo. Era un modo per passare il
tempo piacevolmente, ma anche per imparare qualche storia mitologica, magari
raccontata da Sandrone, Sgorghiguelo ed altri burattini.
Ma un giorno arrivò il cinematografo anche a
Migliarina. Era un film muto, ma prima di dare inizio alla proiezione
l’operatore mandò in onda un pezzo sui carabinieri a cavallo che si
esercitavano su un verde campo.
Successe il finimondo. Il
proprietario del terreno limitrofo, pensò che quei carabinieri gli
calpestassero il suo campo. Cominciò ad urlare e volle che si sospendesse la
proiezione. Solo quando si rese conto che il tutto avveniva solo sullo schermo
si acquietò e la proiezione poté riprendere. Ma non fu l’unico episodio di
questo genere. Mia moglie mi raccontava che sua sorella Zita,
uscì di corsa dalla sala cinematografica perché nel film cominciò a piovere.
Erano contadini ed avevano il fieno secco e pronto da raccogliere. Ma pioveva
solo nel film. Fuori c’era ancora un sole splendente. Celebri sono rimaste le
scene del pubblico che urlava e si spostava temendo di essere investito dal
treno in arrivo.
Finito il periodo del cinema muto, un
giorno portai anche mio padre al cinema a vedere il film “Le due città”,
interpretato, mi sembra di ricordare, da Robert Coleman. Lo colpì il fatto che
gli attori muoino e poi resuscitano e non gli piacque. Disse che erano meglio i
burattini perché quando sono morti non resuscitano più. Va detto che a quei
tempi e fino a qualche decennio fa le proiezioni avvenivano a ciclo continuo e
gli spettatori potevano entrare in sala in qualsiasi momento. Noi eravamo
entrati a metà del film ed avevamo visto la fine con la morte del protagonista,
che poi puntualmente ricomparve, vivo e vegeto, all’inizio della proiezione
successiva.
Sono storie vere del tempo che fu, anche se
sembrano incredibili e possono far sorridere.
Leone Sacchi Bologna 06/02/2013
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