giovedì 9 gennaio 2014

LE STORIE VERE DI UNA VOLTA



    Questa storia, sebbene vecchia di tanti anni, penso che meriti di essere raccontata, sia per il contenuto, anche da riderci sopra, sia anche per la condizione di miseria di allora.
    Ma veniamo al film. Siccome era muto, sulla tela, sotto le immagini, c’era scritta la trama del film.
    Io, con il violino, ed un mio amico con il pianoforte, dietro le quinte facevamo la colonna sonora. Per chi non le ha vissute sembrano storie inverosimili. Purtroppo però sono storie vere che noi abbiamo vissuto appena 80 anni fa.

Il cinema muto
    Prima di cominciare la storia di oggi, vorrei parlarvi della situazione economica in cui si trovava la campagna in cui abitavo io.
   Io sono della bassa modenese e, tanto per cominciare, non tutti avevano un paio di scarpe per lo meno quelle della festa. Alla festa uno andava via e gli altri stavano in casa perché mancavano le scarpe e le biciclette erano rare come le mosche bianche, penso non più di una ogni cento persone. La miseria era tremenda, perché anche quattrini non ce n’erano in modo assoluto per la gente delle campagne.
   Questa era la situazione nella quale ci trovavamo noi nel 1928, cioè nel periodo in cui si colloca la storia che vi voglio raccontare.
   Noi abitavamo a cinque Km. dal paese e fino a 6-7 anni non l’avevamo mai visto e non sapevamo neppure cosa fosse un paese.
   In quegli anni, anche da noi in campagna, si cominciò a sentir parlare di cinematografo. Si diceva che c’erano persone che camminavano, cavalli che galoppavano, treni che correvano. Il treno per noi era una cosa favolosa, di cui noi ragazzi sentivamo parlare, ma che nessuno aveva mai visto.
   Nel nostro villaggio c’era una sala, che poi era solo una misera costruzione, adibita al ballo domenicale. Una domenica in quella sala fu programmata la proiezione di un film. C’era un’attesa indescrivibile per vedere questa pellicola. Le giornate non passavano mai nell'attesa della fatidica domenica. Finalmente la proiezione del film ha inizio e partono squadroni di cavalli al galoppo, che corrono in campagna, da una parte e dall’altra. Forse era un film con il famoso Tom Mik. Ma può darsi anche che questo personaggio sia comparso qualche anno dopo.
   Sta di fatto che dopo qualche minuto di questa folle corsa per campi e praterie nella sala si alzò un urlo e si sentì gridare: ferma i cavalli. I cavalli mi rovinano il raccolto!!!
   L’uomo terrorizzato che urlava era il proprietario del terreno che si trovava dietro alla sala. Urlava terrorizzato perché vedeva tutta la sua terra calpestata ed i prodotti distrutti. Era mezzo morto di paura e quando finalmente la proiezione fu sospesa non credeva ai suoi occhi, avendo costatato che il campo era ancora integro.
   Per completare questo mio racconto vorrei soltanto aggiungere che ora io ho 91 anni e la cosa può sembrare incredibile soprattutto ai più giovani. Ma quando al cinema si proiettavano delle pellicole che mostravano i treni in corsa, la gente si scansava, se vedeva il treno venirgli incontro. Ci sono stati anche casi di malori o di svenimenti di persone che sono state portate fuori dalle sale di proiezione.
   Ho voluto raccontare questo semplice episodio di vita vissuta perché ci si renda conto delle condizioni viveva la gente appena 80 anni fa nelle nostre campagne.


Sacchi Leone
04-05-2004

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