giovedì 9 gennaio 2014

IO C’ERO


   In questi giorni si sta rifacendo la storia nella ricorrenza della tragedia delle foibe, nelle quali furono assassinati e gettati tanti poveri italiani innocenti. A capo del movimento partigiano iugoslavo c’era Tito che ha combattuto per liberare il suo paese  dall’Italia di Mussolini e dalla dittatura fascista. Oggi per poter parlare e giudicare quella tragedia con tutto l’orrore che merita bisogna cominciare dagli eventi che l’hanno preceduta. E’ necessario non per giustificare gli eventi successivi, ma per capire come si è potuto arrivare alle foibe in Istria e Dalmazia nell’immediato dopoguerra.
   Intorno al 1938, mi sembra, ma data la mia età la data potrebbe non essere proprio esatta, la Iugoslavia fu invasa ed occupata  dagli squadristi fascisti inviati da Mussolini.  Io non ho testimonianze dirette di quello che hanno fatto i fascisti in Iugoslavia, ma, a giudicare dalle efferatezze compiute in Italia, si può bene immaginare le violenze di cui possono essere stati protagonisti  contro le popolazioni civili. Credo che ricerche in questo senso ne siano state fatte e pubblicate in Iugoslavia, ma da noi nessuno ne parla ed i giovani, non ne sanno assolutamente nulla. Chiedo che da parte del governo e di tutte le autorità competenti venga fatto il possibile per informare le giovani generazioni sulle tragedie del nostro passato per estirpare la mala erba del razzismo e dell’odio che nel recente passato ha attecchito anche da noi e che sta rispuntando in modo preoccupante.
   Leone Sacchi, partigiano che con la moglie Verzani Maria ha dato il suo modesto contributo alla lotta per la libertà.

    Leone Sacchi                              Bologna 10/02/2010

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