domenica 26 ottobre 2014

2014-10-26 All’On. Romano Prodi


All’On. Romano Prodi

   Egregio e caro On. Romano Prodi, Lei certamente non si ricorderà di me, ma io ho un caro ricordo di Lei perché le ho scritto varie volte e Lei mi ha sempre risposto di persona con grande puntualità e gentilezza. Conservo le Sue lettere come reliquie e La ringrazio di tutto cuore.
    Ancora una volta sento il bisogno di scriverLe per dirLe che le sue posizioni sui rapporti fra Europa e Russia sul problema Ucraina sono lodevoli e dovrebbero essere tenute in grande considerazione non solo  dal  nostro governo, ma dall’Europa tutta.
       Mi permetta di dirle che di uomini come Lei ce ne vorrebbero tanti nel governo ed in tutto il nostro paese ed in Europa per risolvere i nostri problemi interni e le controversie nei rapporti fra i popoli.

  Leonesacchi.blogspot.it                    Bologna 26/10/2014

domenica 19 ottobre 2014

2014-10-19 SE SONO MATTI, NON LI VOGLIAMO


SE SONO MATTI, NON LI VOGLIAMO
  
   Una volta c’erano i manicomi dove venivano ricoverati i matti.
Ora i matti sono fra noi e ce ne sono di tutti i tipi. Ce n’è uno che, addirittura, vorrebbe fare un referendum per abolire l’Euro e tornare alla Lira. Questo matto non pensa che noi non siamo autosufficienti e che per far funzionare le nostre industrie abbiamo bisogno delle materie prime che dobbiamo importare da tutto il mondo.
      Se uscissimo dall’euro, con i debiti che abbiamo, la nostra moneta sarebbe carta straccia e porteremmo il nostro paese alla catastrofe. Se invece rimaniamo nell’Euro ci possiamo aiutare a vicenda ed uscire dalla crisi tutti insieme.
     Come detto all’inizio i manicomi non ci sono più, ma di matti in giro ce ne sono tanti e con un referendum ne possono succedere di tutti i colori.
    Speriamo che prevalga la saggezza e che non si arrivi a questo referendum. Questo è quello che si augura un vecchio a cui sta a cuore il bene del nostro paese.

leonesacchi.blogspot.it                                    BO 19/10/2014    

2014-10-17 PANTANI- LA TRAGEDIA DI UN GRANDE CAMPONE

PANTANI: LA TRAGEDIA DI UN GRANDE CAMPIONE
     Fin da giovane ero molto appassionato delle corse in bicicletta e ne sono tuttora avvinto. Ma sono rimasto sconvolto dalla constatazione che anche le corse possono essere truccate. In particolare sono rimasto molto colpito dalla tragedia di Pantani. Ai tempi della mia gioventù ero un fanatico sostenitore di Girardengo.. Da Migliarina, dove abitavo, correvo a Carpi a comprare la Gazzetta dello Sport e divoravo le pagine ove si parlava delle sue strepitose vittorie. Allora le corse in bicicletta erano molto più suggestive di adesso. Le strade erano piene di ghiaia e le forature frequenti. I corridori avevano le camere d’aria di ricambio e gli attrezzi dietro al sellino. Ad ogni foratura si fermavano e facevano tutte le operazioni da soli. Adesso le strade sono per lo più asfaltate e le moderne biciclette rendono le corse meno faticose.
     Purtroppo con l’avvento delle droghe molti corridori per primeggiare si avvalgono di questi stimolanti con tutte le conseguenze che questo comporta. Sembra di capire che ormai molti fanno uso di droghe. Chi ha i soldi e se lo può permettere appare come una persona onesta ed irreprensibile. Chi non se le può permettere ruba, borseggia e spesso finisce in galera. A volte si uccide anche per droga.
   Di fronte a questa tragica situazione io penso che sarebbe meglio dare la possibilità ai drogati di comprare la droga in farmacia con una ricetta del medico.  Però una ricetta particolare con sopra il teschio della morte.  In questo modo si stroncherebbe il traffico della droga e si  ridurrebbero le spese dello stato per tutti i drogati mantenuti nelle carceri. Ed anche i drogati potrebbero essere indotti a pensare un po’ più attentamente alla loro salute.

Leonesacchi.blogspot.it                         17/10/2014  

domenica 12 ottobre 2014

LA MIA E LA NOSTRA SOLITUDINE
     Forse io sono fra i beati che alla mia età hanno la fortuna di battere sulla mia inseparabile Olivetti i miei pensieri ed anche la fortuna di suonare sul violino quello che mi esce ancora dal cervello poiché la vista non mi consente più di leggere il mio repertorio. Comunque sia mi ritengo fortunato ed anche soddisfatto. Queste condizioni penso siano utili ed anche indispensabili nella vecchiaia per sentirsi ancora partecipi, perché ci danno energia per la sopravvivenza e ci aiutano nel cammino finale della nostra vita.
     Voglio qui raccontare una storia vera che mi ha raccontato un mio amico  del Villaggio Due Madonne. Suo padre era ricoverato in un istituto di Bologna ed aveva sempre intorno a sé molti amici ai quali tutte le mattine raccontava sempre la stessa storia. Per essi era sempre nuova perché ogni volta se la dimenticano subito, ma anche così rimaneva un buon passatempo giornaliero.
     Mio figlio che da tempo si è volontariamente assunto l’incarico di editore dei miei scritti, che me li corregge, li scrive sul computer e  li spedisce ( anche se spesso non è d’accordo con me), ogni tanto protesta e mi dice basta, scrivi troppo. Forse lo dice perché anch’io ripeto le stesse cose, ma forse non comprende che questo mi aiuta a sollevare la solitudine dentro di me e mi aiuta ad andare avanti confermandomi che la vita è bella e degna di essere vissuta.

    Leonesacchibolgspot.it                            10/10/2014

giovedì 9 ottobre 2014

2014-10-09 LE OFFESE NON SOLO IN SENATO, MA ANCHE AGLI ITALIANI

LE OFFESE NON SOLO IN SENATO, MA ANCHE AGLI ITALIANI
    Io qua non voglio esprimere un giudizio sulla validità o meno delle posizioni degli uni e degli altri sull’articolo 18. Voglio solo esprimere un giudizio sul comportamento indegno dei senatori delle “Cinque Stelle”, che disonorano non solo il parlamento, ma anche gli italiani che sperano nell’operato del parlamento per risolvere i problemi che sta attraversando il nostro paese. Per questo spero che anche le italiane e gli italiani  che li hanno votati si dissocino e rendano pubblica la loro indignazione.
     Nella situazione attuale del nostro paese non sono le bagarre del parlamento, ma l’unità di tutte le forze politiche a poter risolvere i problemi della disoccupazione e ridare all’Italia ed agli italiani fiducia e speranza nel futuro del nostro paese e dell’Europa.
    Questo è anche quello che vorrei dire a Grillo e a tutti coloro che con le loro urla turbano il nostro paese.

    leonesacchi.blogspot.it                             9/10/2014

mercoledì 8 ottobre 2014

2014-10-06 LE FAMIGLIE TRADIZIONALI DI UNA VOLTA

LE FAMIGLIE TRADIZIONALI DI UNA VOLTA
      Le famiglie tradizionali di una volta nella nostra regione erano molto numerose. Questo era dovuto alla grande miseria ed alle condizioni di lavoro. Partendo dai contadini con le loro grandi famiglie patriarcali: essi erano costretti a rimanere uniti perché i figli quando si sposavano non avevano le possibilità economiche di crearsi una famiglia ed anche perché la conduzione di un podere agricolo richiedeva un gran numero di braccia e di animali da lavoro. E così i figli dei contadini erano costretti a continuare a fare i contadini.  
     La stessa cosa, in qualche misura avveniva anche per gli operai che vivevano in catapecchie nella più dura miseria. Avevano bisogno di far lavorare i figli fin dalla più tenera età e non potevano permettersi di affrontare i costi della frequenza scolastica e dei libri. Solo le famiglie benestanti avevano la possibilità di far studiare i propri figli, di permettere loro di intraprendere nuove carriere e di costituire delle famiglie indipendenti da quelle dei genitori.
     Questo stato di cose è scomparso verso la fine della seconda guerra mondiale, quando, attraverso nuove tecnologie di lavoro si sono sviluppate nuove forme di convivenza.
    Prendiamo ad esempio la mia famiglia: quando siamo venuti ad abitare a Bologna eravamo in sei, poi le figlie di mio figlio si sono sposate ed hanno formato le loro famiglie. E così ha fatto anche mio figlio con sua moglie. Oraì, dopo la morte di mia moglie io sono rimasto solo. Ciò non toglie che i miei figli mi sono vicini e mi circondano di tante cure amorevoli.
      Oggi, alla luce della mia esperienza, penso che sia giusto che ciascuno abbia la possibilità di formarsi la propria famiglia, senza che questo intacchi gli affetti verso i propri genitori.

leonesacchi.blogspot.it                       Bologna 8/10/2014