giovedì 9 gennaio 2014

I tanti perché della nostra vita


     I perché nel corso della vita si susseguono fin dalla nascita per svariate situazioni, determinate anche dal periodo della nostra nascita.
    I miei primi perché me li sono posti quando nel 1919 a scuola ho incominciato la prima elementare. Perché nel libro di testo, quando si studiava il corpo umano e se ne descrivevano gli organi e le loro funzioni non si parlava mai degli organi genitali. Forse perché a quei tempi ci facevano credere che i figli nascevano sotto un cavolo, ma sicuramente anche per l’enorme potere che la chiesa cattolica esercitava sulla politica scolastica e sul contenuto dei libri di testo, con particolare riferimento al tema della educazione sessuale.
   Io e mia moglie ci siamo sposati a Migliarina di Carpi il 18 novembre 1935 prima in comune e poi in chiesa, secondo i comandamenti della legge, sanciti dalla Chiesa e dallo Stato.  Nonostante ciò, con la nascita del nostro primo figlio, mia moglie ha dovuto farsi ricevere in ginocchio davanti alla porta della chiesa e poi chiedere perdono davanti ad ogni santo, sempre in ginocchio, fino all’altare maggiore. Qui poi, finita la penitenza poté finalmente ricevere il perdono.  Perché solo lei?
   Ma perdono per che cosa?
   Per aver dato alla luce un figlio?
   Ai tempi nostri ormai queste cose sono superate e ridicole. Ma allora la chiesa aveva  potere ed influenza in tutti i campi della vita civile. Allora per una mancanza nei confronti della autorità religiosa o verso i precetti della chiesa si poteva anche perdere il lavoro, con gravi conseguenze addirittura sulla vita dell’intera famiglia.
   Quante figlie sono state cacciate di casa dai loro padri per essere rimaste incinte prima del matrimonio? Quante di loro sono state costrette a prostituirsi, ad abbandonare i propri figli o ad abortire. Quante per la vergogna hanno scelto il suicidio?
    Perché? In nome della morale? In nome dell’amore? In nome della pietà?
    Perchè?
    Chissà  se poi  sono completamente scomparsi al giorno d’oggi simili dictat  da parte della chiesa cattolica o di altre chiese.
    Comunque si è trattato di ingerenze molto pesanti nella vita di ognuno di noi. A quei tempi noi eravamo poco istruiti e molto ligi all’autorità costituita. Nessuno ci parlava non dico di sesso, ma neppure del modo come si fecondano i fiori. I figli maschi godevano di maggiore libertà sia dentro che fuori casa. Ma le femmine erano delle vere schiave delle pareti domestiche. Ed anche questi erano dei perché che ci tormentavano.
    Poi sono venute la radio e la televisione, con i balletti del Bolscoj di  Mosca proibiti per non turbare il popolo, e un po’ alla volta questi tabù e questi dictat sono stati superati in modo naturale.
    I bambini di adesso sanno in che modo vengono concepiti. I tanti perché e tabù che noi abbiamo dovuto affrontare sono stati risolti in modo educativo per la vita e l’avvenire delle giovani generazioni.
    Ma i perché non finiranno mai. Non devono finire.
    Il perchè di oggi riguarda il modo di essere dell’uomo sulla terra. Il perchè delle violenze, delle sopraffazioni e delle guerre.
    E’ un perché al quale va trovata una risposta ed una soluzione positiva per poter continuare a porci altre domande anche nei secoli a venire.


Leone Sacchi                                24/03/2007

Nessun commento:

Posta un commento