I perché nel corso della vita si
susseguono fin dalla nascita per svariate situazioni, determinate anche dal
periodo della nostra nascita.
I miei primi perché me li sono posti quando
nel 1919 a scuola ho incominciato la prima elementare. Perché nel libro di
testo, quando si studiava il corpo umano e se ne descrivevano gli organi e le
loro funzioni non si parlava mai degli organi genitali. Forse perché a quei
tempi ci facevano credere che i figli nascevano sotto un cavolo, ma sicuramente
anche per l’enorme potere che la chiesa cattolica esercitava sulla politica
scolastica e sul contenuto dei libri di testo, con particolare riferimento al
tema della educazione sessuale.
Io e mia moglie ci siamo sposati a Migliarina
di Carpi il 18 novembre 1935 prima in comune e poi in chiesa, secondo i
comandamenti della legge, sanciti dalla Chiesa e dallo Stato. Nonostante ciò, con la nascita del nostro
primo figlio, mia moglie ha dovuto farsi ricevere in ginocchio davanti alla porta
della chiesa e poi chiedere perdono davanti ad ogni santo, sempre in ginocchio,
fino all’altare maggiore. Qui poi, finita la penitenza poté finalmente ricevere
il perdono. Perché solo lei?
Ma perdono per che cosa?
Per aver dato alla luce un figlio?
Ai tempi nostri ormai queste cose sono
superate e ridicole. Ma allora la chiesa aveva
potere ed influenza in tutti i campi della vita civile. Allora per una
mancanza nei confronti della autorità religiosa o verso i precetti della chiesa
si poteva anche perdere il lavoro, con gravi conseguenze addirittura sulla vita
dell’intera famiglia.
Quante figlie sono state cacciate di casa
dai loro padri per essere rimaste incinte prima del matrimonio? Quante di loro
sono state costrette a prostituirsi, ad abbandonare i propri figli o ad
abortire. Quante per la vergogna hanno scelto il suicidio?
Perché? In nome della morale? In nome
dell’amore? In nome della pietà?
Perchè?
Chissà se poi sono completamente scomparsi al giorno d’oggi
simili dictat da parte della chiesa
cattolica o di altre chiese.
Comunque si è trattato di ingerenze molto
pesanti nella vita di ognuno di noi. A quei tempi noi eravamo poco istruiti e
molto ligi all’autorità costituita. Nessuno ci parlava non dico di sesso, ma
neppure del modo come si fecondano i fiori. I figli maschi godevano di maggiore
libertà sia dentro che fuori casa. Ma le femmine erano delle vere schiave delle
pareti domestiche. Ed anche questi erano dei perché che ci tormentavano.
Poi sono venute la radio e la televisione, con
i balletti del Bolscoj di Mosca proibiti
per non turbare il popolo, e un po’ alla volta questi tabù e questi dictat sono
stati superati in modo naturale.
I bambini di adesso sanno in che modo
vengono concepiti. I tanti perché e tabù che noi abbiamo dovuto affrontare sono
stati risolti in modo educativo per la vita e l’avvenire delle giovani
generazioni.
Ma i perché non finiranno mai. Non devono
finire.
Il perchè di oggi riguarda il modo di
essere dell’uomo sulla terra. Il perchè delle violenze, delle sopraffazioni e
delle guerre.
E’ un perché al quale va trovata una
risposta ed una soluzione positiva per poter continuare a porci altre domande
anche nei secoli a venire.
Leone
Sacchi 24/03/2007
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