L’Italia, uscita dalla
disastrosa guerra 1915-18 era piena di debiti e di miseria e si stava
lentamente riprendendo. Ai tempi di allora l’Italia era prevalentemente un
paese agricolo. A Carpi, dove io abitavo era molto sviluppata l’industria del
truciolo. Dai tronchi dei pioppi si ricavavano delle listarelle che venivano
intrecciate e poi cucite per la
produzione dei cappelli di paglia. Il lavoro in prevalenza era casalingo e
serviva per arrotondare il bilanci familiare. Poi piano piano, con l’aumento
dei prezzi dei prodotti, migliorarono anche le condizioni economiche delle
famiglie. Nel periodo che va dal dopoguerra fino al 1928, circa, sia i
contadini a mezzadria che i braccianti erano riusciti con grandi sacrifici a
fare piccoli risparmi. Gli operai che abitavano in catapecchie prive di ogni
confort con i pochi risparmi, e facendo ricorso ai mutui delle banche,
cominciarono a costruirsi le casa. Allora una bella casetta si poteva costruire
con 4000 lire. Così fecero anche i contadini per l’acquisto del podere ad un
prezzo che sembrava conveniente.
A capo del governo di allora
c’era Benito Mussolini, che si era imposto con la violenza, calpestando tutti i
diritti civili ed umani. Io non so darvi una descrizione esatta di quello che
avvenne nel 1929 sia per la mia ignoranza in materia, sia perché la dittatura
non lasciava trapelare molte notizie. Il non so se la crisi del 29 sia stata
dovuta al fallimento delle banche o al crollo di tutti i prodotti agricoli ed
industriali.
Sta di fatto che il crollo
dei prezzi fece crollare anche i prezzi delle case e dei terreni al punto che
il debito del mutuo contratto superava addirittura il prezzo della casa o del
podere. Una grande massa di lavoratori perse tutti i propri averi in brevissimo
tempo. Così successe anche per quelli imprese che avevano fatto ricorso a mutui
per svolgere la propria attività. Alcuni industriali, travolti dai debiti si
suicidarono.
La società capitalista di
allora, spogliando la povera gente dei loro risparmi, riuscì a porre rimedio
alla crisi.
Attualmente la crisi della
società capitalista si sta ripetendo, forse in modo più sofisticato, ma
purtroppo saranno sempre i piccoli risparmiatori e quindi, ancora una volta i
più poveri ad essere derubati dei loro risparmi e delle loro piccole proprietà.
Penso poi anche che, ritirando i propri risparmi dalle banche non si faccia
altro che aggravare la crisi del sistema. C’è solo da sperare che la crisi
venga superata senza che si sviluppino delle spirali di violenza e quindi degli
eventi in grado di mettere in pericolo l’avvenire del genere umano.
Leone Sacchi
Bologna 10-10-2008
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