QUANDO A TUO FIGLIO
RACCONTERAI..
“Quando a tuo figlio racconterai…” era l’inizio
di una canzone degli anni trenta del secolo scorso. Ero cresciuto accanto a mio padre casaro in
un caseificio cooperativo di Migliarina di Carpi. Ero convinto di essere ormai
padrone di tutte le tecniche della lavorazione del latte per ottenere un buon
formaggio grana. Purtroppo invece ho dovuto pagare a caro prezzo la mia prima esperienza come casaro in un
caseificio a Villanuova di San Pancrazio nei pressi di Modena. Sembrava che il
mondo mi fosse crollato addosso. Piangevo e suonando quella canzone, pensavo a
quando avrei raccontato quella amara delusione a mio figlio Corrado, nato da
pochi mesi. Per fortuna ho avuto mia
mogli Maria che mi è stata di conforto e mi ha aiutato a superare quella crisi
di sconforto. Altri casari in circostanze simili si sono tolti la vita per il disonore. A quei tempi era opinione
comune fra i contadini, ma non solo, che la riuscita del formaggio dipendesse esclusivamente dalla competenza del casaro.
Solo parecchi anni più tardi, attraverso gli studi dei chimici e dei biologi fu
possibile capire che in certe circostanze il latte può non essere idoneo alla
produzione del formaggio grana, pur
essendo prodotto entro la zona di
produzione del grana. Il latte rimane idoneo per l’alimentazione ma contiene
dei fermenti che ne rendono impossibile la stagionatura.
La stessa cosa è avvenuta per la
filossera. Quando è comparsa si pensava che la colpa fosse del contadino che
non aveva irrorato le viti con la giusta dose di solfato di rame.
Chissà, forse anche oggi ci sono degli
eventi attribuiti erroneamente al genere umano, che magari hanno delle cause
ancora ignote. Speriamo almeno che le tragedie di allora non abbiano più a
ripetersi.
Leone Sacchi
Bo 02/05/2014 leonesacchi.bolgspot.it
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