sabato 22 marzo 2014

2014-03-22 LO SQUILIBRIO DEGLI EGOISMI

LO SQUILIBRIO DEGLI EGOISMI
    In una mia recente lettera avevo scritto che i soldi per rimediare alla crisi che sta attraversando il nostro paese vanno ricercati nelle tasche piene. Purtroppo questa mattina ho sentito che uno di questi privilegiati, il dott. Moretti, manager delle FFSS, non è disposto a rinunciare ai suoi ottocentomila euro di stipendio e neanche a duna parte di essi. Piuttosto dà le dimissioni e va all’estero.
   Io vorrei allora entrare nel merito dei suoi privilegi e di come se li è conquistati. Ha una casa che gli è stata costruita da dei muratori, mangia degli alimenti prodotti dai contadini che lavorano la terra. Ha usufruito di maestri e professori che gli hanno dato l’istruzione necessaria per entrare nel mondo produttivo.
    Questi signori che siedono su poltrone dorate dovrebbero rendesi conto che hanno dei doveri verso questa società e dovrebbero essere disponibili a rinunciare ad una parte dei loro privilegi per venire incontro al disagio economico del paese.
    Ma questi signori purtroppo ritengono di avere dei diritti acquisiti e non tengono in nessun conto che la crisi attuale deve essere superata soprattutto per le nuove generazioni e per il loro futuro.
    Leone Sacchi                  220-03-2014

1 commento:

  1. Saggio Leone, è consolante leggerti e sapere che c'è un altro modo di pensare oltre quello corrente che pare giustificare ogni misfatto.
    Ho riportato nel mio blog la lettera che la presidente dei famigliari delle vittime di Viareggio che puoi leggere qui: http://vocedivento.blogspot.it/2014/03/risposta.html
    La mia convinzione è che queste persone hanno molteplici incarichi e percepiscono compensi milionari facendo poco o nulla. Non potremmo licenziarli (impensabile per i troppi appoggi politici) perchè questo ci costerebbe milioni e milioni di euro che non abbiamo. Sconsolante, no? Però si potrebbe sognare un parlamento che decurta lo stipendio e chiede conto dell'operato... almeno questo lo si faccia per dignità, ammesso che questa parola abbia ancora valore.

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